Fare, Fare il mio Fare... La dote di un padre

storia di una fanciulla senza mani
di Anna Teotti con 12 donne di differenti età

L’inizio è un rituale …spazzare le foglie sotto il melo... cantano!
Poi una voce invita il pubblico ad entrare.
Uno spazio, nel quale sono tracciati cerchi, di terra e fiori, di libri, di stoffa, di foglie, di pane, di scarpe, ... cerchi per definire i confini, per proteggersi, per costruire, per ordinare, per ricordare,cerchi per fare, fare , fare il mio fare.
Donne , io , il mio fare,il nostro fare, insieme e ciascuna per se, il corpo impegnato in un azione ; “fare ordine”, fare spazio, ripetere, ricominciare.
La voce diventa azione, la parola diventa suono, il suono diventa musica scritta in una partitura vocale precisa ripetuta.
Fare, Fare, il mio fare, diventa un coro di voci , un unica voce, la voce di una fanciulla senza mani, di una donna, di tutte le donne, che instancabili compiono un rituale collettivo. Il pubblico è chiamato “testimone” ascolta , le storie di ciascuna figlia e della dote che il proprio padre le ha lasciato, partecipa ad un rituale catartico di riordino interiore.
Come alla fanciulla della fiaba il cui padre taglia le mani privandola del proprio fare, “dona” la dimensione interiore dello “stare”.
Stare in ascolto di ciò che dentro di lei si sta compiendo, un iniziazione, un nuovo cammino, una integrazione fra il corpo e l’anima.
Compiuto il viaggio alla ragazza ormai donna ricresceranno le mani, ora il suo “fare” è guidato dal suo “stare”... in ascolto di se!

Primo Errare

Questo primo Errare, residenza a Carme non si è compiuto in una forma di Performance pubblica perchè interrotto dalla pandemia del CoronaVirus a febbraio e da allora attende di venire alla luce!

Primo Errare: Fare il mio fare… la dote di un padre
dal 21febbraio al 1 marzo 2020

Residenza artistica / performance finale con
i partecipanti del workshop condotto da Anna Teotti

Fare il mio fare...la dote di un padre è PRIMO ERRARE de La fanciulla dalle mani tagliate, una riscrittura di Anna Teotti dalla fiaba originale dei Fratelli Grimm.

12 cerchi con 12 donne, 24 mani e una voce narrante. La performance verrà realizzata con la partecipazione di 12 donne di età differenti che abbiano il desiderio di sporcarsi con la voce, cantare con le mani, immergersi nel mondo incantato, emotivo e sconosciuto della fiaba. Durante il workshop si lavorerà sulla realizzazione di una sequenza vocale e fisica ideata appositamente per la performance finale. Attraverso semplici esercizi sul respiro e sul soffio i suoni diventeranno parole e, infine, canto. Così, la partitura vocale creata verrà abitata dal corpo grazie al movimento e al gesto.


Fare il mio fare...la dote di un padre di Anna Teotti, è il secondo progetto vincitore dell’OPEN CALL Performing Arts, promossa da CARME in b X h area performing arts – II edizione, nel dicembre 2018.

Le interpreti: SoleZoeSara Pontillo, Donata Baronio, Angiola Manenti, Francesca Cecala, Franca Pagnoni, Maristella Negrisoli, Elena Sammartino, Lucia, Elena Bandera, Valentina Fariello, Simonetta, Marina Rossi, Paola Periti e Anna Teotti.

Prova di Allestimento

Fotografie di Alessandro Saetti realizzate presso CARME Brescia

 

I 12 Cerchi

 


Didascalie dei 12 cerchi di Franca Pagnoni



Alcune testimonianze delle donne
che hanno preso parte al progetto.

Angiola Manenti:
L’esperienza Fare fare il mio fare…la dote di un Padre
È stato un fare condiviso.
Voci che si accompagnano, Vicinanze che creano sinergie; emozioni che scaturiscono in gesti portati nello spazio e tempo.
Poi ognuna di noi nella propria isola formata da oggetti vari ha ripetuto un testo inserendo dei propri vissuti.
Purtroppo dopo soli 2 incontri per motivi di salute ho dovuto abbandonare il percorso con mio grande rammarico
Esperienza molto positiva per la grande sensibilità e professionalità di Anna Teotti.



Elena Bandera:
FARE IL MIO FARE.....LA DOTE DI UN PADRE
Ho partecipato a questo bellissimo workshop di 12 donne e 12 cerchi... purtroppo o per fortuna (dipende da come la si vede) il periodo non era dei migliori, 21 febbraio 1 marzo 2020, ma noi abbiamo voluto fortemente partecipare e portare a termine comunque il lavoro perchè la cosa ci è piaciuta molto da subito... io amo cantare e Anna ci ha in poco tempo istruito sul come cantare tutte insieme. Il cerchio del laboratorio di canto e voci mi ha insegnato molto è quasi magico... il lavoro fatto fatto tutte insieme x allestire la scena è stato emozionante e molto intenso ho conosciuto persone, donne fantastiche. Il lavoro su noi stesse è stato molto forte e mi ha riportato ad essere molto vicino al mio papà che da tanto tempo non cè più... volevo ringraziare Anna e tutte le partecipanti è stato bellissimo grazie grazie grazie...

ps: spero di poter rifare un giorno la PERFORMANCE FINALE di questo bellissimo lavoro , perché meriterebbe di essere visto da molta più gente.



Lucia Cerini:
Mi sono iscritta al workshop di Anna Teotti, “Fare il mio fare. La dote di un padre” senza sapere bene cosa stavo andando a fare, appunto. Mi aveva semplicemente affascinato l’idea di 12 donne, di 12 cerchi e di una storia da raccontare. Mai avrei immaginato un “viaggio” così intenso.
Il “viaggio” inizia sempre con il “fare”: sistemiamo il nostro cerchio, controlliamo che la farina lo segni, che lo scotch tenga. Poi il cerchio disegnato per terra diventa un cerchio di suoni: dobbiamo passarci la voce, il nostro respiro. Qui Anna ci ha già fatto indossare un abito diverso, bianco, puro...siamo già fuori da noi… o forse dentro. Così, giocando, cantando, respirando ci si immerge lentamente in un altro mondo… il luogo aiuta, il luogo è una nicchia perfetta del mondo fuori.
Quando arriva il momento di raccontare la propria dote del padre le voci tremano, i racconti si fanno intimi e profondi… eppure eravamo 12 sconosciute fino al giorno prima… la chimica che si è creata attraverso il suono ha sciolto le nostre difese, allentato i nostri lacci. Ma quanta bellezza c’è da scoprire dentro ognuno di noi?

Donata Baronio:
Fare il mio fare, per imparare a stare.
Partite dal canto e dalle filastrocche dell’infanzia, siamo giunte a raccontare di nostro padre, col cuore pieno di ricordi e la voce a volte incrinata dall’emozione e dalle lacrime che sopraggiungevano.
Nel cerchio poi ognuna si è dedicata al “fare, fare, fare il suo fare”, nell’incessante bisogno di essere vista come persona e riconosciuta nei suoi talenti. Ci siamo prese cura degli oggetti, e creato e spazzato via i nostri mandala. E’ lì siamo diventate consapevoli del nostro “stare, stare, senza mani, senza”.
Nei tempi scanditi dai canti, dal suono e dal ritmo delle parole, ci siamo incamminate verso lo “stare, stare, il nostro stare”: sentirsi figlia e nel contempo prendere in mano la propria vita, riuscire ad avere cura di sé e dare buoni frutti.
E’ stato importante affermarlo, dirlo a se stesse e alle altre donne, compagne di viaggio in questa esperienza con te.

Grazie Anna, per la tua preziosa cura.



Paola Periti:
Grazie come sempre di cuore Anna per questa splendida esperienza e per avermi fatto incontrare donne speciali.
E per essere in particolare tu un'insegnante speciale, nonché una grande attrice. 
Grazie per avermi fatto cantare, condividere e vivere in una fiaba.
E soprattutto grazie per aver fatto vibrare una corda dentro di me, quella delle emozioni, che io sto sempre ben attenta a non condividere con nessuno.
Grazie per avermi fatto riflettere su quanto io sia fortunata e quanto sia importante colorare a chi ci sta vicino quanto gli si vuol bene...
Che i colori del mio cerchio ed i colori di tutte noi possano sempre brillare più forti, come quando insieme abbiamo dato vita ad uno spettacolo incredibile che porterò sempre nel cuore.



Maristella Negrisoli:
Questa esperienza è stata per me vissuta molto intensamente.Mi ha sorpreso il fatto che, in poco tempo, si sia potuto fare uno spettacolo piuttosto completo e che ci sia stato nel gruppo coesione e complicità. Grazie tanto Anna per la bella esperienza vissuta con te e le altre compagne di questo viaggio!